La Società Italiana di Psicologia e Psicoterapia Relazionale ha constatato con grande sconcerto  che il DL Rilancio non menziona  alcun provvedimento atto a garantire e assicurare l’assistenza psicologica nel SSN. Non emerge nel suddetto Decreto alcuna azione atta a promuovere l’incremento della presenza del personale specializzato, psicologi e psicoterapeuti, deputato alla psicoterapia, alla presa in carico, all’assistenza, al sostegno, alla cura ed all’integrazione dei programmi terapeutici e socioassistenziali.

Ci chiediamo con quali strumenti si intende realizzare quanto sancito dall’OMS.

Pensiamo quindi sia indispensabile riassumere quei settori in cui sono presenti maggiori carenze dell’assistenza psicologica,  le cui conseguenze giungono da tempo alla nostra attenzione di studiosi e clinici delle disfunzionalità familiari e relazionali.

  • Le Piante Organiche delle unità operative, nonché di tutti i servizi che erogano forme di assistenza che rientrano nell’area psicologica delle ASL non sono a regime nella maggioranza delle Regioni Italiane.
  • La proporzione tra psicologi e popolazione clinica, prevista nelle suddette piante organiche, già originariamente, non teneva conto del reale fabbisogno di cure psicologiche, a maggior ragione, lo stato attuale del post pandemia amplifica la sproporzione tra bisogni di cura e risorse per farvi fronte.
  • In particolare rileviamo le gravissime carenze di personale specializzato che possa somministrare psicoterapia nei  servizi pubblici deputati alla gestione dei bisogni di cura ed assistenziali delle persone in età evolutiva, di quelli che si occupano della tutela e la salute della donna, della coppia, del bambino e dell’adolescente, di quelli deputati alla diagnosi e cura dei gravi disturbi psichici, di quelli dedicati all’area delle dipendenze patologiche. Le conseguenze di questa realtà che abbiamo da tempo attenzionate,  sono riscontrabili nell’ambito familiare con :
  • Gravissimo incremento di psicopatologie in età evolutiva
  • Aumento esponenziale nelle fasce adolescenziali dei tentativi di suicidio.
  • Violenza dei figli verso i genitori.
  • Inadeguatezza a svolgere il ruolo genitoriale.
  • Conflittualità e violenza di coppia.

Ma abbiamo il dovere di evidenziare che le vittime di questa condizione carenziale, non sono solo i pazienti, ma anche gli stessi operatori dei servizi e gli ormai pochi, sparuti psicoterapeuti che operano al loro interno in condizione di costante sovraccarico , stressati e frustrati dall’impossibilità di poter offrire interventi adeguati.

Un discorso a parte merita l’inserimento degli Psicologi nelle Aziende Ospedaliere. L’esperienza drammatica fatta dai tanti cittadini in questi ultimi mesi, nella massima diffusione dell’infezione da Covid – 19 e così accoratamente da loro narrata, dovrebbe bastare per farci riflettere su come sarebbe stata la realtà vissuta all’interno delle terapie intensive se in quelle équipe avessero operato gli psicologi, svolgendo con professionalità il sostegno agli ammalati, la comunicazione tra il fuori e il dentro l’ospedale, incontri periodici con i familiari. Eppure si parla da anni di umanizzazione delle cure, ma nel momento in cui si rendeva  necessaria la sua applicazione, si è tralasciato ogni proposito.

La necessità di assicurare l’aiuto psicologico nei percorsi di cura di patologie croniche e invalidanti, ha evidenze scientifiche che dimostrano quanto le condizioni psicologiche del paziente, influenzano la risposta alle cure e condizionano la compliance al protocollo terapeutico.     

Alla luce di quanto esposto, ci chiediamo come interpretare il contrastante comportamento del Ministero della Salute che sente la necessità di attivare un numero verde per l’aiuto psicologico, chiedendoci una disponibilità in gratuità a cui molte Società Scientifiche hanno risposto con entusiasmo e dedizione, mentre nella programmazione che dovrà configurare gli assetti del SSN dimentica totalmente i necessari  provvedimenti per incrementare e migliorare le cure psicologiche .

Eppure, proprio dall’attivazione del numero verde e dall’azione di volontariato, già attivata dalla Società in precedenza nelle sue sedi regionali, abbiamo avuto prova che appena si è aperta una finestra sulla possibilità di accedere al sostegno psicologico, anche solo con colloqui telefonici, i cittadini con problemi e psicopatologie inascoltati da anni, ci hanno sommerso di richieste.

Siamo certi che, meglio di qualunque  discorso, saranno convincenti i dati in nostro possesso dei soli primi dieci giorni di attivazione del numero verde.

  • Solo il 25%  delle richieste possiamo attribuirle all’ansia per la Pandemia e la sua gestione.
  • Ben il 75% derivano da gravi problematiche psichiche croniche: disturbi di personalità, depressioni, disturbi ossessivi, disturbi della sfera affettiva, stati ipocondriaci.
  • Di questo 75%, il 40%  è inerente a problematiche croniche familiari e relazionali.

Tutte condizioni psicopatologiche risalenti a realtà pregresse e sicuramente riacutizzate  dalla Pandemia.

La nostra Società si augura il superamento definitivo di una stantia  dicotomica visione della salute come  assenza di malattia, mentre il dolore psichico, il più grande dei dolori, continua ad essere trascurato e molto spesso ignorato.

Chiede di destinare una parte cospicua dei fondi a disposizione della  Sanità, per le assunzioni degli psicologi e degli psicoterapeuti  nell’ambito della Salute mentale, per l’attuazione dello psicologo delle cure primarie, per l’inserimento dello psicologo nella Scuola.   

E’ proprio in questo momento, in cui affronteremo tutte le difficoltà di una ripresa sociale complessa, che dobbiamo renderci conto che:

  • i dati psicologici prevarranno su quelli economici e ne condizioneranno le sorti;
  • investire sulla salute psicologica significa migliorare la qualità della vita e quindi investire sul capitale umano che non può e non deve essere inferiore a quello economico.

Napoli 18/05/2020

Il Presidente Rossella Aurilio